La
cosa potrebbe sembrare incredibile ai più, ma il Meoni si
cimenta con un argomento serio, anzi, il più serio per eccellenza,
nientepopòdimenochè...
Il
senso della vita
(inutili
come una scarpa vecchia)
A volte capita che
durante le mille corse quotidiane troviamo un minuto per sederci
in riva a un fiume, guardiamo l'acqua scorrere e riflettiamo
su tanti misteri che segnano la nostra esistenza.
Le domande sono sempre
le solite, sempre senza risposta.
Chi siamo, quale
è il nostro destino è tutto scritto o possiamo cambiarlo?
Siamo marionette impotenti o padroni delle nostre vite? Da
sempre queste domande ci uccidono, sono la strada principale
verso l'infelicità, visto che sono domande alle quali non
possiamo mettere la parola fine, e il solo pensarle fa stare
male.
Viene da sperare
di perdere la ragione, diventare dei completi imbecilli come
già ce ne sono tanti, felici e contenti di stare al mondo
solo perché hanno comprato l'ultimo modello di cellulare,
l'ultima scarpa firmata o hanno un televisore che prende qualche
canale in più senza essere abbonati alla tv a pagamento.
Gente che per questo
si sente realizzata, mortifica la potenza dell'anima interiore
perdendola tra cose materiali assolutamente inutili per dimostrare
il valore dell'individuo.
Le persone mediamente
sensibili non vogliono più arrovellarsi la mente su i misteri
eterni, come facevano i filosofi dell'antichità. L'intelligenza
dei nostri tempi viene impiegata verso la tecnologia, verso
la costruzione di una cultura che possa abbracciare più nozioni
possibili, o verso una cura estetica, magari cercando di colmare
lacune interiori con l'aspetto esterno che ci faccia accettare
da tutti.
Viviamo in tempi
veloci, troppe cose da fare e poco tempo per farle. Si rimane
sempre con un amaro in bocca, un senso di incompiuto e un
desiderio del poter fare di più che ci accompagnerà sempre.
Io non penso che ci sia un senso della vita comune a due o
più persone, penso che ce ne siano tanti quanti siamo noi
individui sulla terra, o almeno ce ne sia uno per ogni persona
che lo stia cercando ,fuori e dentro di lui.
Alcuni lo immaginano
come affermazione personale, superiorità su altri, successo,
fama ,gloria e soldi.
Potrebbe anche essere,
il potere potrebbe anche essere uno dei significati della
nostra esistenza.
Altri, forse per
necessità, lo identificano come una ricerca interiore, affidata
alla meditazione, alla religione, che da sempre, si sa, viene
usata come uno sfogo, come una rivincita verso un'esistenza
grigia.
Grazie al conforto
della religione i deboli trovano consolazione: sto male perché
è una prova, starò meglio in un altra vita ,bisogna avere
fede e tutto cambierà ecc., la religione come oppio dei popoli
e 'cosa antichissima.
Adesso poi si ha
fede non solo verso entità astratte, ma anche oggetti e persone
come noi, basta un idolo per affidare tutti i nostri sogni
e le nostre speranze, farlo pensare al posto nostro, per noi
è diventato troppo faticoso, e non abbiamo più tempo.
Ma in fondo io penso
che la ricerca sia il vero significato del nostro passaggio
su questa terra, la ricerca continua su noi stessi e su ciò
che ci circonda, il non sentirsi mai appagati di quello che
abbiamo, delle nostre emozioni, scavare sempre più a fondo
all'interno dell'anima e dello spirito, non farsi avvolgere
dalla banalità che ci culla e ci circonda.
Siamo stranieri in
un mondo straniero, ma non ci stancheremo mai di cercare la
strada.
|