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Francesco (ricordati di noi) (Renzo Zenobi)
ne ho bisogno che piove dalla tua partenza piove sulle ragazze di ieri in vacanza sulle guerre incollate a figurine in una stanza dammi la comprensione per difendermi da proiettili di frasi dette senza ragione.
Francesco donami un poco della tua dolcezza per capire gli artisti senza sregolatezza che mangiarono immagini e dipinsero il pane le marine ventose con due suore lontane che cantarono ciechi solo l'anima che accordarono le corde sopra scatole strane.
Noi ricordati di noi con ali grandi quanto l'ombra di una mano che anche con gli occhiali i miracoli noi non vediamo che nemmeno da vicino sentiamo crescere il grano. Noi ricordati di noi che da piccolo scrivemmo spesso a Babbo Natale noi con le scarpe di mio fratello ormai strette da portare col cappotto che copriva noi gli indiani a carnevale onde giovani che studiavano a scuola per diventare mare.
Francesco vendimi la pace della tua ubbidienza te la pago con fiori di buone intenzioni con pensieri d'amore coltivati a distanza con le lagrime dolci di milioni di nomi dammi la forza dopo l'ultima sconfitta un bucaneve che trema la vento della tua carezza.
Noi ricordati di noi con ali grandi quanto l'ombra di una mano che anche con gli occhiali i miracoli noi non vediamo che nemmeno da vicino sentiamo crescere il grano. Noi ricordati di noi che da piccolo scrivemmo spesso a Babbo Natale noi con le scarpe di mio fratello ormai strette da portare col cappotto che copriva noi gli indiani a carnevale onde giovani che studiavano a scuola per diventare mare. |