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Canzone ad un fiore (Renzo Zenobi)
Perdonami se non dirò cose grandi se qualche parola cadrà sulla strada, ma in fondo al sentiero di illusioni spezzate sorride quel sole che scalda le case che asciuga la schiena del mio povero amore.
La mia mente stanca di volare e cercare un fiore più dolce o un colore migliore, riposa tranquilla fra le pieghe della mano di un uomo modesto che coltiva il suo pane di un giovane malato in un letto lontano.
E l'ultima volta che ho detto qualcosa gridavi alle stelle la tua incomprensione e adesso la pioggia è diventata di neve e adesso capire è più dolce di urlare; le torri lontane della mia saggezza hanno tegole rotte e bisogno di affetto e le donne cantano piegate alla terra il tramonto le guarda tornare agli sposi una donna cammina vestita all'amore e una maschera dolce nasconde una grotta al posto del cuore.
Che buffo ascoltare i pensieri del vento e tu con la paura di mangiare da sola la chiesa lontana ha un organo d'argento ma le note non volano più alte del soffitto ne faranno al più presto uno d'oro più bello.
A te che mi ascolti fiore strano di bosco a te umile mano senza anelli e bracciali, racconto i sentieri bagnati di sudore le strade infinite che portano persone uccelli di cartone precedono il tempo, cavalcano lenti sulle ali del vento. |