Fine
dei sogni
(Renzo
Zenobi)
Alberghetti
e pensioni
nei nomi diversi,
dimenticati prima
di dire l'ultima sillaba
rimangono momenti
vissuti per sbaglio
pieni di calma
come
certe mattine
di primavera.
Tutti
tornano insieme
un profumo di chiuso
di casa d'estate aperta
dopo mesi di silenzio.
Tutti hanno lampade
una conchiglia, una seggiola
le stesse mosche
ma
i davanzali
sono diversi.
Ho dormito una sera
aria colma di tuoni
un mercantile fumava nel porto.
Il mattino aveva gorghi nel mare
e poco di fumo.
Il mio cuore era a Istanbul
coperta di neve.
Ho sofferto da giovane
la donna non ha perle
apre piano la porta
e mi riempie la stanza
e la strada resta fuori
ha marciapiedi bagnati
la donna ora non soffre
è solo giovane
e mi ama.
Ho avuto padri e madri
nei lenzuoli gelati
oggi ci sono
ragazze scontente
lo fanno giusto perchè
vi vogliono bene
lo fanno e basta
e non chiedono il mare.
Siamo partiti e ritornati
come gatti d'estate
hanno lasciato la collina
appoggiata ad una sera
e gente stanca
e braccia in croce
chiuse intorno
a una finestra.
Siamo uguali un amore
abbiamo occhi diversi
solo un fatto comune
instancabile consolatore
un grande sogno
che nessuno
si sognerebbe mai di rubare.
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