La
musica è venuta ogni volta che ho chiamato
(
da "La musica" )
Un
anno dopo l'album di esordio Zenobi propone il suo secondo
LP, "Chiari di luna". I brani più coinvolgenti sono "Irma",
"E sei di nuovo solo", che raccontano di una storia d'amore
ormai finita, e lo splendido "La musica".
Questa
è la recensione del disco uscita sul numero di Ottobre 2001 della
bella rivista di musica italiana "L'isola che non c'era"
(www.lisolachenoncera.it)
ad opera di Gianluca Veltri:
Per
Renzo Zenobi non si può neanche invocare un rimosso
collettivo, valido per alcuni suoi colleghi caduti nelloblio.
Zenobi, qualcosa che sia parente del successo non lha raggiunto
mai. Curioso esemplare di cantautore anni 70 non politicizzato,
attento allaspetto poetico del verso e musicalmente tuttaltro
che sprovveduto; e in più fuori da certi stilemi cantautorali. Un
giorno come tanti altri, uno degli episodi meglio
riusciti di questo disco (insieme allincantevole Strano
uomo Michele) coniuga una scrittura pessoiana con
un arrangiamento decisamente mainstream, melodicamente consono
alle malinconie della canzone leggera italiana. Ma in più con un
gusto amarognolo di troppo, evidentemente; con unattitudine
allintroversione e un understatement troppo pronunciati. Più
vicino di De Gregori alla struttura-canzone popular (diciamo
discendente genealogicamente da brani come Alice),
romano come lui e uscito dalla covata del Folkstudio, lo Zenobi
di "Chiari di luna" esprime una naïvete disarmante.
Laspetto
più interessante di tale naïvete risiede proprio nella convivenza
- oggi risaltante più che mai - tra arrangiamenti e soluzioni che
fanno parte del pop targato70 e un minimalismo che nel 1976
poteva appartenere solo a una certa area di autori. Il mix non fu
di successo allora (peccato), e adesso è straordinariamente datato.
Ma lardimento stava proprio nel tentare una mediazione tra
mondi nemici: Sanremo e la boheme autoriale. E sei di nuovo
solo, Felci sudate, Fine dei sogni contengono belle
impennate melodiche, sono arrangiate con garbo. Forse a punire Zenobi
- che più in là avrebbe trovato partner in Morricone, Dalla,
Stadio e Ron - furono versi come "Lui chiese:
mi ameresti domani?" oppure "Sarà un giorno come
tanti altri [
] Saremo tutti un
poco più saggi".
Mentre
Venditti scalava già le hit parade con Lilly e
De Gregori, pur sfornando i suoi primi capolavori, si apprestava
alla crocifissione politica, Renzo Zenobi arrotava le sue "erre"
per quadretti romantici e iperminimali. Ma a lui il pubblico che
compra i dischi non chiedeva di sfornare hit per adolescenti (come
per il core de Roma), né da lui gli autonomi pretendevano
impegno e militanza (come per il Principe). Purtroppo.
Gianluca Veltri
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