Irma
Fine dei sogni
Un giorno come tanti altri
Strano uomo Michele
E sei di nuovo solo
Felci sudate
Ascendente in cancro
La musica

La musica

(Renzo Zenobi)

 

Amava un pianoforte di vetro caldo ancora non soffiato

io credo che fu un errore, si prese l'anima insieme alle mie mani;

persone distratte che non sognano a colori

che non colgono note per far la coda agli aquiloni,

mi guardano nel circo troppo povero per i leoni

e gli acrobati in vestaglia sono le loro occupazioni;

il mio ponte ha un'arcata forse facile a una pianta

malata di illusioni.

 

Nel sole o alla battaglia regala tessere per mille pacchi dono,

consola le giostre vuote sopra una foto di molti anni prima;

la musica mi ha visto mentre fuggivo dall'amore

che stringevo i miei denti contro l'ultimo dolore,

la musica è cresciuta come un albero nella mente

niente pane fra i suoi rami solo sconfitte e chiodi per la gente;

e la luna questa sera ha solo nuvole ha un guardiano

una radio e il suo notturno.

 

Guarda, piove,

agli alberi alla terra sui vetri in ospedale

sopra, vagoni,

cortili di caserma sui campi d'orzo da sudare

troppe, volte, 

cercavo tasche larghe alle mie dita

santità in dieci lezioni, foglie stanche

di andare sul selciato vorrebbero una collezione,

un flauto di sambuco è bastato ai miei occhi

per non vedere.

 

Nei posti i più diversi ho raccontato sulle mie corde storie,

per gente la più diversa ho costruito colline di candito;

la musica è venuta ogni volta che ho chiamato

ogni volta che un tuono il suo lampo ha cancellato,

la musica è volata oltre le cime sopra le croci

non ha gioia né amore non conosce le loro voci;

e vorrei per te amico solo un attimo senza pensare

alla tua strada in sassi.